Molte maculopatie, le malattie che colpiscono la parte centrale della retina, possono essere curate mediante iniezioni intravitreali. Queste iniezioni sono delle piccole punture attraverso cui i farmaci, in piccolissime quantità, possono essere somministrati nell’occhio del paziente. Si chiamano intravitreali perché il farmaco viene iniettato direttamente nel corpo vitreo, il gel che riempie l’occhio.
Le iniezioni più utilizzate e conosciute sono quelle di farmaci anti-VEGF. Il VEGF è la molecola responsabile della crescita di vasi sanguigni dentro e sotto la retina, che causano la maculopatia e in particolare la degenerazione maculare di tipo umido.
Terapia della dmle di tipo umido
I farmaci anti-VEGF bloccano i neovasi che si formano dentro e sotto la retina.
Questi farmaci non sono una cura definitiva: hanno la capacità di bloccare la patologia per un determinato periodo ma non possono interrompere definitivamente la comparsa di questi vasi sanguigni. Per questo motivo, successivamente alla diagnosi di DMLE (o degenerazione maculare senile) di tipo umido, i farmaci anti-VEGF vengono somministrati una volta al mese per tre mesi consecutivi. Alla fine di questo primo ciclo di terapia al paziente verrà richiesto di fare controlli mensili, durante i quali con la misurazione della vista, la visita oculistica e l’esame OCT, il medico oculista valuterà se saranno necessarie o meno nuove punture intraoculari.
Nonostante questi farmaci non curino definitivamente la DMLE di tipo umido, è possibile che il paziente ottenga un notevole miglioramento visivo ed è possibile che mantenga una buona capacità visiva per molto tempo.
In media, nel primo anno di trattamento vengono effettuate 6 o 7 iniezioni intravitreali per maculopatia e solitamente il numero si riduce progressivamente negli anni seguenti.
L’iniezione intravitreale viene eseguita in regime ambulatoriale, in ambiente sterile e dura pochi minuti. È praticamente indolore, il paziente infatti avverte solo la sensazione di un piccolo pizzicotto.